King maglie da calcio

Da questo movimento, che si era ormai consolidato con una lunga tradizione agonistica, e dalla scissione della struttura agonistica del Subbuteo nacque l’attuale calcio da tavolo, che deriva ovviamente dal Subbuteo ma ne ha modificato i materiali (basi e portieri) e il regolamento, con l’intento di trasformare il gioco in un’attività sportiva codificata e riconosciuta, che fa oggi riferimento in Italia alla LNS (Lega Nazionale Subbuteo) ed alla FISCT (Federazione Italiana Sport Calcio da Tavolo) affiliata internazionalmente alla FISTF (Federation International Sports Table Soccer). Il torneo che diede avvio a una lunga tradizione di competizioni internazionali fu il 1º Campionato Mondiale Subbuteo, organizzato a Londra il 22 e il 23 agosto 1970. Dal 1970 fino al 1990, in concomitanza con i mondiali di calcio, la Waddington organizzò continuativamente i mondiali di Subbuteo, a cui si aggiunse, a partire dal 1980 e fino al 1992, anche il Campionato Europeo. Tale successo è dovuto non solo al realismo anatomico, ma anche all’altissima giocabilità delle HW, che grazie alla struttura e al peso complessivo, consentono ai giocatori di cimentarsi in nuove dinamiche di gioco con maggiore precisione. Solo ulteriori spareggi in campo neutro portarono il Venezia a giocarsi la salvezza nella gara decisiva giocata a Roma l’11 luglio 1937 contro il Catania e vinta per 4-0. Nello stesso anno il Venezia raggiunse gli ottavi in Coppa Italia contro il Milan.

Il luogo prescelto dai fondatori per dar vita alla nuova realtà calcistica fu l’ormai scomparsa trattoria «Da Nane in Corte dell’Orso», siti per maglie da calcio a due passi dal centrale campo San Bartolomeo. Il 7 settembre 1913 fu inaugurato il campo sportivo di Sant’Elena completo di recinto, spogliatoi e tribuna coperta per più di 500 spettatori. Club dalla grande tradizione e dal ricco palmares anche sul fronte internazionale, una società che si distingue per un abbinamento cromatico unico a livello mondiale: strisce verticali nere e azzurre con dettagli in bianco. Nell’occasione anche il Governo contribuì al rilancio del sodalizio lagunare con un contributo straordinario di 40 000 lire, quale indennizzo per aver utilizzato il campo sportivo come base militare. L’estate 1930 portò delle novità con il cambio di denominazione, un modo per evitare che la gran mole di debiti accumulatisi potesse aver effetti sulla squadra. A partire dai primi anni Settanta la Waddington, produttrice britannica del Subbuteo, organizzò delle competizioni internazionali dedicate al gioco in punta di dito. Nel mondo numerosissime erano le federazioni nazionali di Subbuteo, diffuse non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti, in Canada e in Australia. Tra i giocatori distintisi in questo periodo di storia del Venezia si ricordano Giovanni «Nane» Vecchina, poi pluricampione d’Italia con la Juventus e nazionale azzurro, il portiere De Sanzuane e Aldo Gorini che disputò i suoi quindici anni d’attività indossando solo la maglia dei lagunari.

Nel campionato di Serie B 1937-1938, nel quale il Venezia giunge ottavo, Bennati getta le basi della successiva stagione facendo seguire giocatori importanti come Víctor Tortora e Giovanni Alberti, che a fine campionato approderanno in laguna. Con il ritorno in Serie A dopo dodici anni di assenza la rosa del Venezia viene rinforzata. Nel 1911-1912 il Venezia, dopo aver vinto il girone veneto-emiliano, raggiunse la finale nazionale contro la Pro Vercelli, perdendo poi per 7-0 all’andata e per 6-0 al ritorno. A sostituirli arriva Benito Carbone come «manager all’inglese», ossia nel duplice ruolo di allenatore e dirigente, ma anche questi rassegna le dimissioni dopo la prima giornata di ritorno (Pisa-Ternana 1-0) lasciando i rossoverdi al penultimo posto in classifica. La prima esperienza in terza serie fu molto breve perché i veneziani vinsero subito il campionato, davanti a Vicenza, Udinese e Padova, e tornarono a disputare la Serie B, raggiungendo in quell’anno anche i sedicesimi di finale di Coppa Italia, dove il Venezia fu sconfitto 2-0 dalla Lazio. Nel corso del decennio la Subbuteo produce altre miniature: le winged short e le chunky, particolarmente sproporzionate; le scarecrow, così chiamate perché la posizione delle braccia del calciatorino ricorda quelle di uno spaventapasseri; le zombie, poco dettagliate ma con l’innesto a piolo e non più a barretta.

Insomma, esploriamo tutti i campi di calcio perché tutte queste vecchie maglie sono simboli che legano passione e storia. Fallimentare si rivelò, invece, la successiva gestione di Gian Piero Ventura, con l’Italia che per la seconda volta nella sua storia mancò la qualificazione al mondiale (dopo una striscia di quattordici partecipazioni consecutive alle fasi finali), causa l’eliminazione allo spareggio per l’accesso a Russia 2018 per mano della Svezia. 150 squadre che hanno fatto la storia del calcio, simili nelle fattezze alle LW degli anni ottanta con innesto a piolo, ma più leggere. Queste nuove miniature Subbuteo, dipinte a mano dalle massaie del Kent nella fabbrica di Tunbridge Wells, si diffonde in maniera capillare sul mercato, tanto da contare circa 350 squadre diverse (nazionali e club) in produzione. Tutte le federazioni e associazioni nazionali di Subbuteo, facevano comunque capo alla FISA, Federation International Subbuteo Association. Negli anni d’oro i tornei di Subbuteo in Italia erano frequentissimi, ma il sogno dei subbuteisti italiani era indubbiamente partecipare e conquistare il Guerin Subbuteo. Il successo più prestigioso è costituito dalla vittoria della Coppa Italia 1940-1941. Insieme al L.R. MONZA (prima e seconda maglia) – ufficiali – Presentate contemporaneamente, non si discostano dalla tradizione.

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