Oltre alle maglie da calcio internazionali, nei kit delle squadre trovi anche i pantaloncini con elastico in vita e coulisse interna, per sentirti a tuo agio per tutta la durata del match. La strada si rivela infatti la migliore e nei giro di poche stagioni, giocatori cresciuti nel vivaio aurorino, trovano posto in squadre di categorie superiori. È il 1963: ai primi approcci con la Ditta Brollo, che da poco aveva costruito in Desio un suo stabilimento e che aveva preannunciato nei programmi futuri propositi di collaborazione per il potenziamento delle attività sportive locali, si arriva ad un accordo. Ogni livello presenta specifici requisiti e programmi formativi, consentendo agli aspiranti allenatori di acquisire competenze sempre più avanzate. 1930-31 – 14º nel girone C della 1ª Divisione Nazionale, avrebbe dovuto retrocedere in 2ª Divisione Lombarda ma la società in gravi difficoltà finanziarie e non più sorretta dalle gerarchie fasciste chiude i battenti. 1945-46 – 10º nel girone F della Prima Divisione Lombarda. 1933-34 – 3º nel girone G della 3ª Divisione Lombarda.
Raggiunta la Prima Divisione Nazionale nella stagione 1930-31, la squadra desiana scompare dalla geografia del calcio italiano più velocemente di come c’era arrivata. Nel 1995 rinuncia a partecipare al campionato di Promozione cedendo il titolo sportivo e riparte dalla Terza Categoria affiliandosi alla FIGC con denominazione Nuova Aurora Desio. In questa atmosfera, i dirigenti di allora ripiegano sulla rinuncia al passaggio in categoria superiore. La fusione delle due società, nata in un clima di incertezza malgrado lo spirito veramente sportivo dei suoi dirigenti e cioè Pissavini, Arienti, Guglielmo Meda ed Ernesto Confalonieri, sembra ottima cosa fino a che è sorretta dai risultati sportivi. A partire dalla stagione 1969-1970, fece la sua ricomparsa lo scollo a «V»: le nuove maglie erano totalmente azzurre, salvo uno spesso rigo bianco che, distaccandosi dai bordi, incorniciava collo e polsini (ovvero estremità delle mezze maniche). Benino anche la seconda maglia, dove domina il bianco con scritte rosse, meno bene la terza che sembra il risultato di un ecodoppler, ma insomma: non si può avere tutto dalla vita. La vita sociale prende consistenza.
Piccolo cimitero realizzato presso la miniera Gessolungo in seguito alla disgrazia mineraria del 12 novembre 1881, per dare sepoltura ai diciannove carusi, di cui nove rimasti senza nome, che vi persero la vita. Dopo alcuni felici campionati nella « Promozione » sembrano sorgere le premesse per il salto in « Serie D ». 1943-44 – 9º nel girone B del Torneo Misto Serie C-1.a Divisione Regionale organizzato dal Direttorio II Zona Lombardia. L’anno successivo in Serie A, l’Asics realizza una divisa molto semplice: maglietta bianca, con bordi granata sulle maniche, pantaloncini bianchi con una diagonale nera e un bordo bianco e calzettoni bianchi. La prima divisa era composta da una maglietta blu, pantaloncini e calzettoni bianchi. A completare la divisa pantaloncini bianchi con inserti rossi e blu e calzettoni blu con inserti bianchi. La divisa away è nera con un pattern geometrico e un vivace colore magenta fluo che decora lo scollo a V, i loghi e gli sponsor, le sottili righe orizzontali e anche i calzettoni. La seconda divisa dell’europeo venne mantenuta dagli Azzurri anche per la partecipazione alla FIFA Confederations Cup 2013, per la quale la Puma aveva realizzato invece un’apposita prima divisa, e venne indossata nel completo interamente bianco in tre occasioni: contro Messico, Spagna e Uruguay.
Anche giovani di età più matura dei promotori vi aderiscono con animato fervore, aggiungendo così linfa al sodalizio che elegge la sua prima sede nel grande cortile della Cascina Santa Caterina. Durante l’epoca fascista furono realizzati altri importanti edifici pubblici: il sanatorio Dubini (oggi abbandonato), opera dell’architetto nisseno Salvatore Cardella, che realizzò anche la casa Littoria (oggi Palazzo degli Uffici Finanziari, sede provinciale dell’Agenzia delle Entrate) e il Palazzo Provinciale degli Studi (attuale sede dell’Istituto scolastico di ragioneria «Mario Rapisardi»); il noto architetto viterbese Franco Petrucci progettò la Casa del Balilla (divenuta sede della G.I.L. Ciò, ovviamente, desta risentimenti da parte dello «Sport Club», anche se non esiste intendimento alcuno di disconoscerne l’importante attività. I genitori aiutano i ragazzi nelle loro attività e al sabato sera si danno tutti da fare, pulendo il grande cortile, tirando sotto i portici gli attrezzi agricoli per permettere, alla domenica, i giochi sportivi regolamentari ai quali non mancava la preventiva segnatura delle corsie e del campo con la calce. La fusione, in effetti è solo sulla carta, perché il nerbo dell’Aurora ha sempre continuato a funzionare con attività cosiddetta «dopolavoristica».